IL NEURONE DI SAN SPERATE… E MONSERRATO: SPARIAMO IL BOSONE DI HIGGS CONTRO I ROM!

di Gabriele Ainis

 

Oggi, nelle prime pagine dei giornali, campeggiano titoli che inneggiano al Bosone di Higgs. Pochi sanno cosa sia (e se davvero la particella ritrovata sia proprio lui) ma fa niente: dobbiamo ben giustificare la paccata di miliardi spesi per l’anello del CERN, no? E allora giù con i complimenti agli scienziati, senza dimenticare, è d’obbligo, la nota che riguarda la consistenza degli italiani nella compagine che fa funzionare LHC: una botta di nazionalismo, soprattutto in tempi di crisi, e di europei di calcio mancati, è utile.

Nel frattempo, nel silenzio incomprensibile della politica e degli intellettuali, a San Sperate (ma si accoda anche Monserrato, non sia mai che si perda l’occasione) è maturato uno dei casi di razzismo più agghiaccianti di cui abbia sentito parlare ultimamente in Sardegna. Un sindaco, quindi il rappresentante della comunità, di fronte all’arrivo di due famiglie Rom (in tutto 23 persone!) dichiara di non essere in grado di fronteggiare la situazione!

Ho ascoltato l’intervista su Videolina e son rimasto basito. Un paese di circa ottomila abitanti, tramite il suo rappresentante, si ritiene incapace di accoglierne ventitré, perché dovrebbe mandare a scuola una decina di bambini e, si presume, integrare questa enorme massa di gente nel proprio tessuto sociale!

La domanda che ciascuna persona dotata di un minimo di raziocinio è la seguente: dov’è il problema? Possibile che un sindaco dichiari la propria impotenza di fronte a una ventina di persone? Ma cos’hanno di speciale? Sono portatori di una malattia infettiva pericolosissima? Dove starebbe la necessità di particolari attenzioni che la comunità non è in grado di affrontare?

Proviamo a ragionare per assurdo. Supponiamo che la faglia di Posada si risvegli improvvisamente e un terremoto distrugga il paese di Pilitunieddu. Un piccolo paese, diciamo quattrocento persone, improvvisamente senza casa, che non possono rimanere dove stavano (la faglia di Posada è traditrice, una volta che si sveglia resta attiva per duecento anni) e hanno bisogno di trovare un asilo. Siccome la Caritas ha una casa a San Sperate, ventitré vengono destinati là. Videolina intervista il sindaco…

…e il resto lo lascio immaginare, né ci vuole molta fantasia. Già mi pare di sentirlo: La comunità di San Sperate è orgogliosa di accogliere ventitré fratelli in difficoltà. Faremo del nostro meglio… etc. etc, le solite stupidaggini che ci aspettiamo dai politici, perché ciascuno di noi capisce che in realtà non c’è alcuno sforzo da compiere: la casa ce la mette la Caritas, quattro soldi si trovano comunque e un pacchetto di nuovi voti per le elezioni successive fanno comodo ad un sindaco che deve pensare, prima di ogni altra cosa, a costruire un consenso per la propria parte politica. Nel frattempo, gli intellettuali si scatenano ed ecco che saltano fuori le solite stronzate: L’accoglienza dei sardi… La generosità dei sardi… I sardi sono i primi a contribuire…

Se i ventitré fossero stati emiliani espropriati dal terremoto?

Quindi dov’è il problema?

Ce lo dice candidamente la signora ciclomunita della fotografia (linkata all’intervista su Videolina: da ascoltare perché è una lezione durissima che dovremmo mandare a memoria, altro che dotti saggi di antropologia o sociologia!). Questa cittadina di San Sperate (immaginiamo giustamente orgogliosa della propria capigliatura, che la rende somigliante ad un campo di grano duro tormentato dalla grandine) ci informa molto semplicemente che lei, a san Sperate, i Rom non ce li vuole. Non c’è un buon motivo, non ce li vuole e basta, perché a san Sperate i Rom non ci fanno niente! Per la verità ci sarebbe anche di meglio, la vecchina che si chiuderà in casa al tramonto, ma questa davvero non si capisce, perché è noto che i Rom rapiscono i bambini, mica le vecchiette!

SI chiama razzismo. Come al solito alimentato dagli stereotipi, gli stessi che hanno fatto sì che i Rom (gli Zingari) siano stati sterminati dai nazisti in ragione superiore rispetto a quanto venne attuato per gli ebrei. Vennero arrestati, deportati, bruciati. Solo che gli zingari non hanno scrittori che li difendano, intellettuali che parlino di razzismo e pseudogiornalisti come Fiamma Nirestein che tuonano dalle colonne di giornali che del razzismo hanno fatto una specie di religione mascherata (il razzismo che conta è solo quello contro gli ebrei, contro i palestinesi va benissimo!) quindi, dei Rom, degli zingari, non frega un cazzo a nessuno: spariamogli contro il Bosone di Higgs, adesso che l’abbiamo finalmente trovato e rimandiamoli dove devono stare: possibilmente dentro un forno crematorio assieme alle loro roulotte, ai camper, alla sporcizia che si portano appresso perché a loro piace vivere nella merda!

E gli intellettuali?

Ne cito uno: Fois che scrive «Gli stereotipi duri a morire sulla Sardegna». Già, esattamente come Fiamma: gli stereotipi che contano sono quelli contro i sardi. Gli altri, da lasciare dove stanno, non si vedono, si scopano sotto il tappeto della «stanza buona» così nessuno li notaq: non li vedono i politici, non li vedono i giornalisti, non li vedono gli intellettuali, perché un titolo come «Agghiacciante caso di razzismo a San Sperate» non l’ho visto… ma ho visto quanto è accaduto a Torino, quando un intero quartiere (più popoloso di San Sperate) ha dato fuoco a un campo Rom (i nazisti hanno lasciato ottimi insegnamenti) perché una ragazza ha fatto l’amore col fidanzatino e, essendo sottoposta all’umiliazione di una visita periodica «di verginità», non sapeva come confessare al padre di non essere più virgo intacta! Così ha accusato un Rom di violenza carnale.

Siamo seri: c’era da dubitarne?

Allora aspettiamo che a san Sperate e Monserrato prendano provvedimenti: a ciascun cittadino verrà fornito gratuitamente uno Zippo, succedaneo del neurone, sciolto dal caldo intenso di questo luglio afoso, poi si vedrà che succede.

Perché non siamo razzisti, eh, non diciamo fesserie, però i Rom se ne devono andare e, se non se ne vanno…

 

 

Suggerisco questo link:

http://ildisobbedienteweb.wordpress.com/2012/07/05/i-rom-invadono-san-sperate-e-la-ripuliscono/

B.S.

 

gabriele.ainis@virgilio.it

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11 risposte a IL NEURONE DI SAN SPERATE… E MONSERRATO: SPARIAMO IL BOSONE DI HIGGS CONTRO I ROM!

  1. Cinzia ha detto:

    Veramente si parla di 400 rom e non di ventitré…

  2. Ale Sestu ha detto:

    Io son d’accordo con la Signora “fields of golg”.
    Non è giusto che i rom tolgano del tempo a quello che è il coso di San Sperate.
    Il coso non è disponibile per i rom. E questo non è razzismo. E’ semplice difesa del proprio coso.

    • Davide ha detto:

      La signora “fields of gold” deve moderare le parole. Perchè va bene accusare qualcuno di furto, stupro, appropriazione indebita, associazione mafiosa o malavitosa, ma l’accusa di togliere del tempo da quello che è il coso di san sperate è troppo grossa…

  3. paperinik ha detto:

    La cifra di 400 persone è assolutamente irrealistica, nel campo sulla 554 erano alloggiate meno di duecento persone, i casi sono due o chi commenta è in mala fede oppure è consigliabile che vada a vomitare le cazzate negli appositi contenitori …

    • Boicheddu Segurani ha detto:

      Caro Paperinik,
      non confondiamo i Rom del campo sulla 554 (erano 174) con i ventitré destinati a San Sperate (quindi solo una piccola parte). La notizia dei 400 è stata riportata da un volantino criminale!
      Saluti Topolink da parte nostra (anche Quik, Quok e soprattutto Quak)

  4. paperinik ha detto:

    Grazie delal precisazione a scanso di equivoci so bene quanti erano i rom sulla 554, non sono io che mi confondo ma una delle commentatrici e mi sembrava doveroso rimarcarlo, vox populi vox dei ma grazie a dio sono ateo

  5. roberto ha detto:

    i rom a monserrato sono presenti da 20 anni noi monserratini non ci siamo mai permessi di meterli fuoco siamo socevoli con loro li abbiamo acetati come se fosero nostri fratelli mostriamo un po’ di solidarita’ nei confronti,vivono da tanti anni a monserrato e li consideriamo monserratini(paulesi).

  6. Alessandro Mongili ha detto:

    Gentile Ainis,
    in tanti abbiamo scritto contro questo atto di razzismo contro i rom. Penso che però la sua analisi sia razzista. Infatti, come lei giustamente dice, il razzismo è necessario combatterlo sempre, come il pregiudizio. Per cui il suo solido contributo alla autostereotipizzazione e al disprezzo di sé in quanto Sardi, che lei esprime in modo ricorrente, rientra a pieno titolo in questa fattispecie. Cioè lei, anche in questo pezzo, ascrive ai sardi qualità “innate”, nella fattispecie razziste, li deride (già nel nome del suo blog), addirittura se la prende contro chi protesta contro gli stereotipi di cui siamo oggetto. Lei in questo è simile ai gay repressi ma omofobi, ed a tutti gli Zio Tom della storia.
    Proprio questo disprezzo di sè in quanto differente – che lei esprime con questa sua posizione – è sempre stato, nella storia, il miglior terreno di coltura per ogni razzismo, dovrebbe saperlo.
    Per quanto riguarda i rom, dovrebbe sapere che il razzismo nei loro confronti è intollerabile in tutta Italia. Dovrebbe anche sapere, però, che alla Conferenza regionale della lingua sarda a Macomer, nel 2010, fu votato un Documento di protesta per l’esclusione delle lingue rom e sinti dalla Legge nazionale (ancorché ridicola e fuori dal mondo) che in Italia “tutela” le minoranze linguistiche. Ma lei, ovviamente, considera tutto questo “archeologia nuragica” con due g. Ipotizzo provocatoriamente che l’odio per i rom sia un prodotto dell’italianizzazione forzata della Sardegna o, anche se lei non preferirà, dei processi di nation-building e di “nazionalizzazione delle masse” nei quali la Sardegna è stata coinvolta in virtù della sua casuale appartenenza all’Italia, il Paese che ha inventato il fascismo. Nella Sardegna tradizionale, come forse lei saprà, le comunità rom si sono addirittura integrate in alcuni Paesi del Sarcidano sino a lasciare molte tracce linguistiche.

    • Gabriele Ainis ha detto:

      Gentile Mongili,
      ringraziandola per il commento, Le dò due risposte: una seria, una ironica.
      Risposta Seria:
      perché si sente tirato in ballo? Io ho parlato di intellettuali!!
      Risposta ironica.
      Sa qual è uno dei problemi più gravi della Sardegna? Che gran parte degli intellettuali (come Lei) quando gli si indica la luna… vede sa limba, il pane carasau e la giunchetta (mica il dito, intendiamoci!). Ciò perché vivete in un mondo autoreferenziale da cui la realtà (quella quotidiana) è del tutto esclusa.
      Che ci sia un problema (serio) di razzismo in Sardegna, sostenuto e incoraggiato da una rivendicazione localista di pessima qualità (intellettuale) lo vede chiunque… salvo gli intellettuali. Così come solo Bersani, beato lui, è capace di dire “So che la Lega non è razzista” (sic!).
      Per di più la vedo argomentare (non per la prima volta) con ragionamenti al limite del surreale che con quanto accade «sul serio» nulla ha a che fare, come se davvero la signora ciclomunita dell’intervista a Videolina, quella con i capelli «a tipo» campo di grano, fosse in possesso di strumenti critici per apprezzare un’argomentazione raffinata quale potrebbe essere (e non è) la Sua!
      Le persone comuni (anch’io!) vivono di concetti robusti che possono afferrare con facilità, non passano il tempo veleggiando nel «mainstream» come fa lei: possibile che non se ne renda conto?
      Sì, possibilissimo!
      Cordialmente,
      PS – Sulle considerazioni riguardo ciò che scrivo, immaginando che lei abbia letto (non posso credere che un ricercatore universitario parli a vanvera) non mi stupisco eccessivamente: a mostrarle la luna, lei parla di «mainstream» (altri del fare le fiche nella Carta de Logu, altri di scrittura nuraGGica, altri delle statue di Mont’e Prama e Atlantide). Film già visto, ahimè!

  7. ki00 ha detto:

    Chi ha scritto questo post non ha capito una sega…
    Il sindaco di san sperate era preoccupato perché in prima battuta si parlava di 400 rom…
    quando hanno capacitato che si trattava di due famiglie hanno tirato un sospiro di sollievo e si son sparati due birre al bar…
    arrivederci e grazie… e continua a dare aria ai denti

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